Una principessa passeggiava nel giardino del suo palazzo assieme alle sue amiche damigelle.
Stava chiacchierando allegramente, quando dal terreno di fronte a lei comparve d’improvviso una creatura. Le damigelle cacciarono un urlo e la principessa fece un passo indietro, guardando l’orribile creatura.
Quella allungò il braccio e sollevò la principessa. Si voltò e prese a correre a grandi falcate. La fanciulla lo guardò: era molto alto, più di due metri, forse tre, e sembrava fosse fatto di roccia. Gli occhi erano piccoli e seri.
La fanciulla si spaventò, ma non più di tanto: quelle creature, gli orchi, erano conosciute per essere portatori di caos.
Dopo non molto tempo la principessa vide con sorpresa che l’orco l’aveva portata oltre il mare, su un’isola. Lì si trovava un’altra montagna. L’orco ne raggiunse la cima in due balzi. Depose la principessa su una roccia e andò a sedersi su un masso poco distante.
La principessa trasse un respiro profondo, raddrizzò la schiena, si scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e parlò:
Perché mi hai portata qui? -
L’orco la guardò per secondi interminabili.
- No armonia. Solo caos e distruzione. – rispose.
La principessa sussultò ad una voce così potente e profonda.
Perché mai? – chiese.
L’orco ripeté le stesse parole di prima.
- Capisco….. – provò ad adularlo. – Devi essere molto forte e….potente, sì, per vivere in un posto così freddo, dico. –
- Io essere orco. Io essere invincibile! – La principessa deglutì.
Se voleva scappare, doveva farlo nel modo più astuto che conosceva. Si guardò intorno. C’erano diversi alberi come pini e betulle, ma anche piccoli arbusti. I pochi animali che c’erano, erano rapaci e volteggiavano intorno alla cima della montagna.
L’orco si alzò e sparì tra gli alberi. Pochi attimi dopo era di nuovo lì, tra le braccia aveva della legna. La depose accanto alla principessa e tornò a sedersi, fissando la fanciulla. La giovane, dal canto suo, si mise a guardare il terreno sotto di lei, intimidita.
- Tu ora prepara fuoco e cibo – disse l’orco.
La principessa rimase sorpresa. A palazzo, era la servitù che preparava da mangiare. Lei non aveva mai toccato né legna né fuoco.
- Lavora – ordinò l’orco.
- Mi rifiuto. Non ho mai cucinato e non lo farò ora. –
Forse per lo sguardo poco rassicurante dell’orco, forse perché in fondo aveva un piano, la principessa si ritrovò ad accendere il fuoco e a cucinare per lui.
Alcuni giorni passarono, sempre uguali: la mattina la principessa si svegliava presto e andava nel boschetto di betulle a raccogliere la legna. Accendeva il fuoco e cucinava. Lo stesso accadeva per il pranzo e per la cena.
Una mattina la principessa si svegliò, assonnata: aveva passato la notte ad organizzare un piano di fuga. Si alzò dal masso che l’orco le aveva proposto come letto e, nella fresca mattina, si addentrò nel bosco. Prese la legna, come i tre giorni precedenti, ma raccolse anche un’erba magica, speciale, di cui le avevano parlato a palazzo, in una delle sue materie di studio.
Tornò al suo masso, carica di speranza. Sentiva che presto sarebbe stata liberata. Pensò a suo padre e vide l’immagine di lui che si tormentava le mani e pensava alla sua adorata e perduta figlia.
“Basta pensare, devo agire” si disse. Così prese la legna e poco dopo accese un fuocherello. Prese la rudimentale pentola che le aveva dato l’orco e cucinò qualcosa con delle erbe. Prima di andare a svegliare il suo ormai padrone, aggiunse all’abbondante colazione un pizzico di erba magica, che avrebbe fatto cadere in un sonno profondo l’orco.
La fanciulla sentì un ruggito provenire dalla caverna e si affrettò a prendere la pentola e consegnarla al suo padrone. L’orco la prese e annusò deliziato il profumo.
- Tu avere messo un po’ di buono, dentro. Tu avere aggiunto qualcosa. –
- Sì! Ho….aggiunto….una foglia! Sì, una foglia che emana un profumino delizioso. Prego, serviti pure. – L’orco non se lo fece ripetere due volte.
La principessa camminò piano verso l’uscita, ma l’orco la fermò, afferrandola e facendola sedere accanto a lui.
“ Oh no….” Pensò la principessa impaurita.
In pochi istanti l’orco cadde addormentato, poggiando la testa sulle ginocchia della principessa. La fanciulla non si lasciò prendere dal panico: presto qualcuno sarebbe andato a liberarla, ne era più che sicura.
Non passò molto tempo, infatti, che due giovani principi si presentarono davanti a lei.
Il primo, dotato di tocco leggero, sollevò la testa dell'orco, senza svegliarlo, prese la principessa e scappò.
Il secondo, abile scalatore, portò entrambi giù dalla montagna e assieme agli altri quattro principi, suoi fratelli, ricondusse a casa la ragazza.
Aurora Naso IE
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