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Nell'isola deserta a cura di Maria Vittoria Nicora

Attività: 

“Ecco, finalmente ho finito” pensò Simon dopo aver posato la penna.

“Ci ho impiegato molto tempo, ma ci sono riuscito e sono abbastanza soddisfatto del mio lavoro” aggiunse.

Simon aveva infatti terminato il suo libro che parlava di un’avventura eccitante che aveva vissuto lui stesso, in prima persona, su un’isola deserta.

Tutto iniziò qualche anno prima, quando Simon, un giovane professore di grammatica al liceo, era partito con una nave insieme ad un suo amico di nome Jason, un valoroso esploratore che aveva scritto molti libri narranti le sue numerose avventure.

La loro meta era l’isola di Haiti, dove avrebbero trascorso le loro vacanze estive. Tutto stava andando alla perfezione e l’isola si stava avvicinando sempre di più, fino a quando, una notte, ci fu una terribile tempesta tropicale e la nave perse la rotta.

Il mattino dopo Simon si ritrovò steso sul ponte della nave completamente fradicio. Raggiunse il suo amico, steso sul pavimento poco più in là, e, per fortuna, anche lui stava bene. Si erano salvati. Purtroppo però erano gli unici ad essere sopravvissuti. Del capitano e degli altri passeggeri nessuna traccia. Probabilmente erano morti durante la tempesta.

“Cosa facciamo?!!” urlò Simon all’amico Jason. La nave ormai era completamente distrutta.

“Niente panico, ci sono io con te” disse Jason con tono sicuro.

“Sono un esploratore e per me ormai è normale trovarmi in queste situazioni” disse.

“Bene, allora trova una soluzione!” urlò Simon, sempre più nervoso.

“Ehm, sinceramente non saprei…” replicò Jason.

Dopo una lunga discussione i due amici decisero di dirigersi a nuoto verso un isolotto non molto lontano dalla nave, che ormai stava iniziando ad affondare. Dopo aver nuotato ininterrottamente Jason e Simon raggiunsero l’isola.

“Dobbiamo organizzarci.” disse Simon. “Da cosa cominciamo?” aggiunse rivolgendosi al compagno.

“Non ne ho idea, devo ammettere che i miei libri in realtà sono solo frutto della mia fantasia, non ho mai vissuto veramente le avventure che ho raccontato!”

Simon rimase pietrificato.

“Quindi sei solo un imbroglione!” disse arrabbiato, mentre la preoccupazione aumentava.

“Non importa. Non è il momento di litigare. Dobbiamo innanzitutto costruirci un riparo per la notte” disse Simon, cercando di calmarsi, respirando profondamente.

I due compagni raccolsero della legna, delle foglie secche e qualche pietra. In qualche modo Simon riuscì a costruire una piccola tenda, mentre Jason continuava a lamentarsi per il caldo e per la fatica.

Passarono alcuni giorni. Simon si occupava praticamente di tutto: al mattino andava a pescare e a raccogliere bacche e cocchi che trovava in giro per l’isola, mentre al pomeriggio raccoglieva della legna per accendere il fuoco.

Nonostante fosse solo un insegnante, scoprì di avere molte capacità e un ottimo istinto di sopravvivenza. Al contrario invece, Jason trascorreva tutto il giorno a lamentarsi e a pensare alla sua casa e al suo comodo divano, dove passava gran parte delle sue giornate.

Simon cercava di essere sempre paziente, determinato ed ottimista. Per non andare in panico continuava a ripetersi sempre la stessa frase: “Non preoccuparti, la polizia ti troverà prima o poi” ma non ne era del tutto convinto.

La sua speranza pian piano svaniva, di giorno in giorno.

Ogni mattina, appena veglio, alzava lo sguardo verso l’orizzonte, sperando di scorgere qualche nave o aereo dirigersi verso l’isola per salvarlo.

Ogni mattina, però, ciò non accadeva.

La notte non riusciva a dormire, pensava tutto il tempo alla sua famiglia, temendo di non poter rivedere più sua figlia e sua moglie.

Pensava in continuazione anche ai suoi alunni, che, in fondo, gli mancavano moltissimo, nonostante i terribili errori ortografici che facevano nelle sue verifiche.

Le giornate non passavano velocemente e Simon si indeboliva sempre di più. Non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto in quelle condizioni, soprattutto perché, per sua sfortuna, non aveva un compagno particolarmente collaborativo.

La sua pazienza ormai era completamente svanita, ma la mattina continuava a guardare l’orizzonte, con un briciolo di speranza, nell’attesa di essere salvato.

Un giorno, per fortuna, accadde esattamente questo.

La polizia, dopo aver ritrovato la nave, incominciò a setacciare i dintorni, compresa quella piccola e insignificante isola deserta, dove Simon e Jason erano giunti.

Quando Simon tornò dalla sua famiglia fu contentissimo: era sopravvissuto ad un’esperienza che non capita a tutti. Passarono giorni, settimane e mesi, poi Simon decise di scrivere un libro sulla sua avventura. In questo modo avrebbe insegnato, soprattutto ai ragazzi, ad essere sempre ottimisti e coraggiosi e ad apprezzare la vita, un dono prezioso per il quale dobbiamo essere felici.

 

Maria Vittoria Nicora