Tu sei qui

Nella Valle delle Ossa di Aurora Naso classe 2^E

Attività: 

Era notte. L’aria del deserto era gelida e tagliente come tante piccole schegge di vetro sulla pelle. La luce della luna proiettava immagini paurose tra i massi, dove fino a poco tempo prima era acceso un fuocherello striminzito.

Max aveva gli occhi aperti, fissi davanti a sé, sull’immagine di !Koga e le sue armi, che luccicavano nel buio. Il ragazzo si alzò da terra, dove era rimasto sdraiato fino ad allora, e raggiunse l’amico. Max e !Koga, dopo aver superato una tremenda arrampicata, avevano trovato un riparo tra alcuni massi. Lì, secondo il boscimano, sarebbero stati al sicuro, almeno durante la notte. !Koga era di guardia e non distolse lo sguardo dall’orizzonte nemmeno quando Max gli si avvicinò.

Il boscimano non aveva mai fatto domande personali a Max, ma il quindicenne inglese si sentiva in dovere di dare alcune spiegazioni: “Mio padre è un geologo”.

La voce di Max era l’unico rumore oltre ad alcuni fruscii.

“E’ venuto qui, in Namibia, per difendere le risorse idriche di questa regione. E’ partito qualche mese fa e sono passate settimane da quella che doveva essere la data del suo ritorno. Per questo sono qui, per trovarlo. Ho idea che abbia dei nemici, ma non so chi siano”, proseguì Max.

!Koga non disse nulla.

Il mattino seguente i due ragazzi ripresero il viaggio e, dopo diverse ore di cammino, giunsero ad un accampamento. !Koga lo ispezionò, poi constatò che era abbandonato. Quando anche Max, incuriosito, raggiunse !Koga, si sentì un lamento. Il boscimano alzò di scatto il capo e fece correre lo sguardo sulle tende e sui sacchi. Si fermò quando vide un sacco muoversi. Gli si avvicinò lentamente e con un rapido movimento tagliò con un pugnale una fessura abbastanza grande da permettere il passaggio di una persona.

Ne uscì un ragazzo poco più basso di Max, con la pelle abbronzata, i capelli schiariti dal sole e gli occhi scuri. Quando vide Max e !Koga si mise in una posizione di difesa, ma il boscimano depose l’arma e il ragazzo si rilassò.

“!Koga”, il boscimano si indicò, poi indicò l’amico: “Max”.

Il ragazzo si indicò, poi scrisse alcune lettere sulla sabbia: “Kay”.

Max lesse ad alta voce.

L’altro annuì, poi cominciò a fare dei segni con le mani. L’inglese si stupì di quanto fossero semplici, sciolti e chiari. Stava spiegando a Max e !Koga cos’era successo all’accampamento. Un gruppo di uomini era giunto lì, con armi che la gente come Kay non aveva mai visto. Li avevano costretti ad andare con loro, le mani legate dietro alla schiena. Kay era riuscito a nascondersi.

Dopo il “racconto”, il ragazzo giurò che li avrebbe aiutati a trovare il nemico che, Max ne era ormai sicuro, aveva anche rapito suo padre. Si misero in cammino sotto le indicazioni di Kay, che conosceva un’oasi dove sperava di trovare il suo popolo e il padre di Max.

Dopo un altro paio di ore Max cominciò a veder spuntare per terra dell’erba.

Con grande sorpresa giunsero all’oasi.

Per prima cosa si dissetarono, controllando che in vicinanza non ci fossero animali feroci. In esplorazione trovarono, legato ad un albero, un uomo. A Max si inumidirono gli occhi. L’aveva trovato. Aveva il viso incrostato di polvere e delle ferite, ma era lui.

Max gli corse incontro.

“Papà!” gridò.

Lo liberò e si strinsero in un forte abbraccio, senza parlare, senza fiatare, per non interrompere quel forte legame. Solo dopo i minuti passati ad abbracciare il padre, Max si rese conto che lì vicino era legata anche la gente dell’accampamento di Kay.

Max sorrise. Li avevano trovati tutti. Ora non mancava altro che sconfiggere il nemico…..

 

AURORA NASO classe 2^E