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Inchiostro simpatico - Giornalino on-line

​Il giornalino “Inchiostro simpatico” nasce con l’intento di far conoscere le iniziative promosse all’interno del nostro Istituto e di raccogliere le migliori espressioni creative dei nostri alunni.
Tutti gli alunni possono proporre articoli, interviste o loro produzioni da pubblicare e naturalmente i docenti sono invitati a segnalarci iniziative o testi.
Da quest’anno, in una rinnovata veste grafica, ha un aspetto più simile ai giornali tradizionali, ma … non fatevi trarre in inganno! I redattori stanno infatti preparandosi ad utilizzare le nuove tecnologie e, spulciando qua e là nel nostro giornalino, troverete, oltre agli articoli tradizionali, anche qualche podcasting!
Per chi, invece, vuole rileggere un articolo o curiosare tra le edizioni degli anni passati, in "Cerca - Archivio anno" può selezionare l'anno interessato.
Responsabile del Progetto Giornalino: prof.ssa Accordino Catia
Redattori: gli alunni e gli insegnanti dell'intero Istituto

Anno scolastico 2016-2017

Un leone faceva sempre il prepotente con tutti. Così, una pecora coraggiosa decise di affrontarlo, ma, sapendo che lei era troppo debole, chiese aiuto ad altri animali. Questi le risposero di no, avevano paura del leone, quindi solo la pecora andò ad affrontarlo. Il leone, purtroppo, sconfisse la pecora. Però, quando gli altri animali vennero a sapere del fatto, decisero di vendicare la pecora, andando tutti insieme dal leone per affrontarlo. Alla fine riuscirono a sconfiggerlo e vittoriosi si recarono dalla pecore per raccontarle ciò che era successo.

Questa favola spiega che l’unione fa la forza

Scognamiglio Sabrina

Uno scoiattolo se ne stava nel bosco, sul suo albero, a rilassarsi.
Ad un certo punto vide una bellissima scoiattolina con una ghianda tra le zampe e gli venne voglia di addentare quella bellissima ghianda. Si chiese come fare a prenderla. Allora mise in atto un piano. Scese dall’albero di corsa e iniziò a parlare alla scoiattolina: “Ma tu sei quella famosissima scoiattolina del bosco? So che tutti gli animali del bosco ti hanno preparato un regalo”.
E lei domandò: “Davvero? E qual è?”.
Lui: E’ una cascata  di ghiande”.
A quel punto lei capì che era tutto un piano per prendere la sua ghianda, allora pensò di stare al gioco. Fece finta di dare allo scoiattolo la ghianda tanto desiderata e gli disse: “Tieni,  tanto ho una cascata di ghiande a casa!”.
Lui fece per prenderla, quando lei, rapidamente, la ritirò e scappò urlando: “Chi la fa, l’aspetti. Tu hai cercato di ingannarmi, ma io l’ho capito e ho ingannato te!”.

KIARA ROMITO 1°E  

Nella nostra scuola, il giorno 8 febbraio 2017, si è svolto un incontro nell’aula magna per tutti gli alunni delle classi terze in relazione al progetto contro le tossicodipendenze.

I relatori, due farmaciste di Varese, sono state molto chiare nello spiegarci quali sono, attualmente, le droghe più frequentemente utilizzate dai giovani, quali sono gli effetti collaterali, come un ragazzo della nostra età può arrivare a farne uso e come evitarle.

Ci hanno detto che nella società di oggi, il problema comune tra gli adolescenti è l'uso di droghe. L'adolescenza è considerato come uno dei periodi più difficili della vita. E' un periodo dedicato alla ricerca di se stessi. In questo periodo della vita essere accettati in un gruppo è molto importante, così come essere alla moda. Durante questi anni di crescita, gli adolescenti iniziano a vivere le prime esperienze positive e negative. La pressione dei coetanei, la curiosità e la disponibilità di droghe sono fattori che spingono alcuni adolescenti giovani e vulnerabili ad assumere queste sostanze.

Uno dei motivi significativi di consumo di droga negli adolescenti è la pressione dei pari, in particolare attuata da amici, conoscenti, compagni di scuola. A seconda delle esperienze della persona e delle sue scelte, le circostanze di avvicinamento a tali sostanze e le relative conseguenze possono variare. Se in un gruppo un adolescente fa uso di droga, sicuramente la droga circola facilmente tra i ragazzi e può facilmente essere offerta. Inoltre la persona potrebbe essere convinta a pensare che non ci sia nulla di male nell'assumere la droga, perché "tutti gli altri la assumono", quindi gli adolescenti sono spinti a provare la droga solo per adattarsi nelle norme sociali e per impressionare i loro amici. Alcuni ragazzi, alla proposta di piccole porzioni di droga, potrebbero pensare che quest’ultima non abbia alcun effetto negativo, ma se il corpo non la tollera si può morire con pochissime dosi.

L'uso di tabacco e di alcol tra gli adolescenti è talvolta il primo passo che porta verso sostanze come marijuana, cocaina, allucinogeni, inalanti ed eroina. Spesso la curiosità, la propensione per il rischio e le pressioni sociali impediscono all'adolescente di rifiutare la droga.

Con le droghe non si è più se stessi, ci si sente di essere qualcuno di diverso perché non riusciamo più ad accettarci. Sembra che non riusciamo più a divertirci in modo “normale”, per esempio con una pizza, con gli amici o semplicemente con le feste. I giovani non pensano alle conseguenze delle proprie azioni e soprattutto non pensano se le cose sono giuste o sbagliate da fare, seguono tutti la massa. Sono davvero pochi coloro che riescono a pensare con la propria testa, senza aver bisogno di quella degli altri.

Noi ci auguriamo di continuare ad essere noi stessi, seguendo i principi morali che le nostre famiglie ci hanno insegnato e sapendo di poter contare sempre su di loro anche se in futuro ci potrà capitare di sbagliare.

Carlo Zaroli e Luca Abate III E

27 Gennaio 2017

“Arbeit macht frei”, “Il lavoro rende liberi”: una semplice frase ideata da un complesso uomo di cui non si sa quasi niente.

Il 19 gennaio 2017 alcuni alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Galilei” si sono recati in villa Truffini per la posa delle “Pietre d'inciampo”: un gesto voluto per ricordare i caduti della Seconda Guerra Mondiale.
Le “Pietre d'inciampo” sono dei “sanpietrini”, dei blocchi in pietra ricoperti con una piastra di ottone, su cui sono incisi i dati dei cittadini fatti prigionieri dai nazisti. La piccola targa ne riporta, infatti, nome, data di nascita, eventuale luogo di deportazione e data di morte, se conosciuta.
Le “Pietre d'inciampo” vengono poste davanti alle porte delle case in cui abitarono le vittime dei nazisti o nei luoghi in cui vennero fatti prigionieri.
L'iniziativa è partita dall'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, la memoria di un triste passato, che nessuno deve mai dimenticare.
Durante la mattinata, una signora, soprannominata Zia Gianna, ha raccontato dell'orrore che ha vissuto nei tragici momenti in cui milioni di Ebrei sono stati uccisi dai nazisti al servizio di un terribile uomo: Hitler 

Ecco il simbolo dei nazisti

Ed ecco invece le pietre che riportano i nomi di Enzo Levy, Eva Levy, Serge Levy e molti altri ebrei tradatesi.

Il BULLISMO e il CYBER-BULLISMO sono dei problemi gravi. Questi problemi vengono subiti dalle vittime dei bulli. I bulli sono delle persone prepotenti, che vogliono vedere come bambini e ragazzi soffrono. Quando le persone subiscono un atto di BULLISMO e CYBER-BULLISMO, dovrebbero dirlo a un adulto. Alcuni ragazzi che subiscono quest’atto, se sono deboli, talvolta potrebbero diventare anche loro bulli. Il ragazzo o la ragazza vittima deve rivelare ai genitori e ai professori che ha subito un atto di BULLISMO e  CYBER-BULLISMO. In questo caso la scuola deve avvisare la preside, la vicepreside e  i professori. Io, insieme a Matteo Colombo, Anna Baccari, Gioele Banfi e Nadia Cristofoletti, ho realizzato un cartellone,che raccontava di un bambino che aveva subito un atto di CYBER-BULLISMO, infatti il titolo era: “ Io vittima di CYBER-BULLISMO. Vi racconto la mia storia”. Con il nostro lavoro abbiamo sottolineato che è meglio non fare del male a nessuno, perché dopo il bullo può cacciarsi nei guai. L’attività è stata una bella, io la rifarei. Questo progetto mi è piaciuto molto.

Alessia Petrea I E

I bulli sono ragazzi che usano la violenza per umiliare le vittime, talvolta persone più piccole o più deboli.
In questo modo il bullo si sente forte e rispettato, ma sta compiendo un atto di crudeltà.
Negli ultimi anni il bullismo dei ragazzi si è molto diffuso, il che è una cosa grave e va assolutamente fermata, visto che sia il bullo sia la vittima possono soffrirne da adulti ed avere un carattere chiuso, insicuro oppure violento.
Certi ragazzi si comportano da bulli perché hanno problemi con la famiglia o fuori da scuola.
Anche la vittima può diventare un bullo su internet, in quel caso si chiamerebbe cyberbullo.
La prima cosa che una vittima tormentata da un bullo deve fare è parlare con un adulto.
Se è una vittima di cyberbullismo può eliminare l’applicazione su cui è deriso oppure cambiare nickname.
La scuola può controllare gli alunni nel caso succeda una violenza a scuola e fare un lavoro di gruppo sull’argomento.
I genitori della vittima possono chiamare i genitori del bullo e risolvere la questione.
Nella mia classe abbiamo fatto dei lavori contro il bullismo e il cyberbullismo: storie sul cyberbullismo, cartelloni, disegni.
Io ho scritto il confronto tra bullismo e cyberbullismo.
Secondo me il bullismo si può fermare se i bulli trovano altro con cui sfogarsi (sport, musica, amicizie).
La classe 1°E vuole comunicare che il bullismo è da prendere sul serio e da fermare.

 

                                                                                                                     Pereira Romano Francesco

C’era una volta un lupo che stava passeggiando in un bosco in cerca di una preda da catturare.

Esso vide improvvisamente un uccello grande e robusto e capì che quell’animale sarebbe stato un pranzo perfetto. Così si avvicinò al volatile che si era posato su una roccia. Il lupo, con molta calma, si avvicinò e si chinò per coglierlo alle spalle, ma, improvvisamente, un leone, con una mossa felina spuntò da una siepe e acchiappò l’uccello.

Il lupo, arrabbiatissimo, disse al leone: “Ehi! Quello era il mio pranzo!” e il leone rispose: “Lo so, ma io sono molto più furbo ed agile di te. Non mi interessa se sei arrivato prima tu, perché quell’uccello me lo meritavo comunque io. Tu, piuttosto, cerca di velocizzarti!”

Qualche giorno dopo, il lupo vide il leone con un pezzo di carne in bocca e decise di fargliela pagare. Così si avvicinò con cautela all’animale e con un salto strepitoso gli rubò la carne.

Poi, il lupo, mentre gustava soddisfatto il suo boccone, disse al leone: “Caro e vecchio amico, non si rubano i pranzi degli altri! Che questo ti sia di lezione e ricorda: “Chi la fa, l’aspetti!”

Poi se ne andò soddisfatto e il leone, triste e arrabbiato, cambiò atteggiamento.

Maria Vittoria Nicora

I bulli sono delle persone molto forti fisicamente, ma dal punto di vista psicologico molto deboli. Essi per sentirsi più forti opprimono altre persone più vulnerabili.

Negli ultimi anni, questo fenomeno, cioè il bullismo, si è diffuso molto, soprattutto nelle scuole, dove i ragazzi dovrebbero sentirsi protetti e tutelati. Il bullo non agisce mai da solo, molto spesso è affiancato da “complici”, cioè ragazzi che non vogliono sentirsi deboli e “sfigati” come la vittima, ma, al contrario, vogliono sentirsi forti e superiori agli altri, perciò sostengono sempre il bullo, pronti ad incoraggiarlo in ogni occasione.

Il bullo, molto spesso, può comportarsi così perché subisce della violenza in famiglia e, per sfogare la sua rabbia, fa del male alle persone che contro di lui non hanno alcuna speranza. Può capitare che una persona vittima di bullismo diventi un bullo, oppure può accadere che questa brutta esperienza causi alla vittima molti problemi nel corso di tutta la sua vita.

Una persona, dopo aver subito forme di violenza, può sentirsi inferiore agli altri, può perdere molta fiducia in se stesso e può pensare che non ci sia una soluzione al suo problema.

Esiste anche un’altra forma i bullismo, ovvero il cyberbullismo. In questo caso il bullo non è per forza una persona grande e grossa, ma può essere anche una persona molto piccola ed esile, perché la vera “arma” del bullo non è più il suo corpo ma un telefono o un computer. Il cyberbullo, in questo caso, può raggiungere ovunque la sua vittima. Egli, molto spesso, attraverso i social, offende altre persone avvalendosi di commenti con bruttissimi contenuti, oppure prendendo alcune foto imbarazzanti o private e facendole girare in internet.

La vittima in questo caso prova soprattutto tantissima vergogna, si sente persa e non sa più cosa fare. Le vittime, che subiscono violenza (bullismo e cyberbullismo), non sanno come risolvere la situazione e perciò non parlano più con nessuno chiudendosi in una “gabbia” dove non c’è via d’uscita.

In realtà le soluzioni sono molte. Quando si subisce della violenza bisogna parlare con i propri genitori e con gli insegnanti, che sono come dei punti di riferimento per noi ragazzi. Poi se si è vittima di cyberbullismo si possono cambiare nome e password sui social. Anche il bullo può risolvere il suo problema magari parlando con i suoi genitori o con uno psicologo che lo aiuti a contenere la rabbia.

Io per fortuna non sono mai stata vittima di bullismo, ma ho imparato molte cose su questo argomento. Con la prof. Carmen ad esempio ho realizzato, insieme a dei miei compagni, un cartellone molto carino. Altri ragazzi hanno realizzato cartelloni molto belli, ognuno con un significato diverso. Dopo tanto lavoro e tanto impegno da parte di tutti, finalmente abbiamo finito il nostro progetto. Tutti noi abbiamo fatto cartelloni molto diversi, ma che in realtà trasmettono lo stesso messaggio:

“STOP AL BULLISMO E AL CYBERBULLISMO!”

 

Nicora Maria Vittoria I E

Un giorno un pavone ed un colibrì si incontrarono sulla riva di un fiume.
Il pavone, vedendo che il colibrì volava in modo strano, un po’ in avanti, un po’ all’indietro, lo prese in giro dicendo: “Ah! Ah! Non sai volare come tutti gli uccelli, specialmente come me!”.
E dopo un’ora di continuo parlare, disse l’ultima frase: ”Io sono l’uccello che sa volare meglio di tutti!”
Il colibrì, offeso, volò in avanti, verso il suo nido.
Il giorno dopo il colibrì, incontrando di nuovo il pavone, decise di fargli una proposta che aveva in mente dalla sera precedente: “Scusa, ma se tu mi dici che non volo bene, allora, fammi vedere il tuo volo”.
Il pavone salì su un tronco d’albero caduto, si lanciò, provando a sbattere le ali, ma cadde rovinosamente.
Allora il colibrì capì che il pavone aveva detto solo menzogne e se ne andò.
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

            

Beatrice Nalesso

Un giorno un leone prepotente vide un suricato.
Allora, per divertirsi, gli lanciò addosso una pietra.
Il suricato si mise a saltellare a destra e a sinistra per il dolore.
Qualche giorno dopo il leone si aggirò nei pressi di un burrone, camminando ai piedi del precipizio.
L'animale non sapeva che, in cima, il suricato, con altri animali, lo stava guardando.
Non appena passò, il suricato e i suoi amici gli tirarono addosso delle pietre.
E mentre quello urlava di dolore, il suricato gli disse: “Chi la fa l'aspetti!”

Isacco Martinelli, I E

Un giorno, un cavallo stava passeggiando per un sentiero, seguito dalla sua miriade di coetanei, che lo ammiravano per la sua coda, che era soffice, dorata, liscia...
Dietro, però, c'era anche una volpe, che lo disprezzava e odiava la sua popolarità.
Quando finalmente un giorno lo vide da solo, la volpe ne approfittò per parlargli (ovviamente con cattive intenzioni).
Allora gli disse: - Ehi cavallo!-  
- Cosa c'é?-   gli rispose.
- Hai qualcosa sulla coda!- esclamò la volpe per farlo preoccupare, anche se non era vero.
Il cavallo si preoccupò moltissimo e per via della sua vanità si fece sistemare la coda dalla volpe, ma la volpe gliela tagliò.
Il cavallo si sentì molto deluso e triste; fu così che imparò a non fidarsi degli altri e che la vanità  non é tutto nella vita.

Francesca Lospennato, I E

Un serpente e una lepre litigavano per chi saltasse più in alto. Decisero, allora, di organizzare una gara, che si sarebbe svolta in due giornate. Così,il primo giorno, i due si incontrarono per iniziare la gara di salto. La gara avrebbe stabilito chi fosse il più bravo. Qualche minuto prima dell`inizio della gara, però, il serpente mise sulla pista un pezzo di burro, perché aveva paura di perdere. Con il sole il burro si sciolse. Quando iniziò la gara, la lepre si mise, senza accorgersene, sopra la macchia di burro. Si preparò a saltare. Allungò le braccia e saltò, ma con la gamba destra scivolò. La lepre, arrabbiata, andò a casa.
Il giorno seguente la lepre vide il serpente e disse:''Oh, mio caro, ora tocca te saltare!''. La lepre prese un bicchiere pieno di burro liquido e lo rovesciò vicino al serpente. Il serpente non se ne accorse, saltò, ma anche lui scivolò. La lepre soddisfatta andò a casa.
La morale e':''Chi la fa l`aspetti!''

Leonardo Iodice, I E

C’era una volta un leone che viveva in una grotta. Un giorno vide un topo con un pezzo di formaggio in bocca, che si aggirava da quelle parti, allora decise di andarlo a stuzzicare un po’. Il leone incominciò a ruggire più forte che poté, così da spaventare il povero topolino. Il topo, spaventato, si andò a nascondere dietro ad una roccia. Il leone, avendo visto dove si era andato a nascondere l’animaletto, spostò la pietra e lo spaventò ancora, al punto da farlo fuggire a gambe elevate. Poi prese il pezzo di formaggio. Intanto era scesa la sera e nella grotta incominciarono ad esserci strane ombre. Il topo pensò di potere approfittare della situazione, infatti si mise in un punto che rifletteva la sua ombra ingigantita in modo spropositato. Incominciò a squittire furiosamente. Il leone, vedendo l’ombra, che mandava versi starni, si spaventò e scappò dalla grotta. Così il topolino ridendo a crepapelle si riprese il suo formaggio e disse: “Chi la fa, l’aspetti….”.

Falsetti Camilla, I E

C’era una volta un leone prepotente che, essendo il re della foresta, opprimeva tutti. Un giorno il leone incontrò un gruppo di scoiattoli e dai suoi occhi si capì subito la sua intenzione, quella di mangiarli. Il leone era molto forte, ma gli scoiattoli erano numerosi. Gli scoiattoli allora lo guardarono e gli dissero: “Cosa credi di fare?”
Il leone si mise a ridere e gli scoiattoli, sentendosi presi in giro, gli proposero un duello.
Egli accettò, ma disse: “Se vincerò, potrò mangiarvi”.
Gli scoiattoli annuirono.
Il giorno dopo gli animali della foresta, con aria preoccupata, si misero a guardare il duello.
Dopo qualche ora gli scoiattoli riuscirono a sconfiggere il leone e tutti in coro urlarono: “L’unione fa la forza”!

Colombo Matteo, I E

Un giorno un cane e un gatto giocavano insieme in un parco.

Mentre giocavano il gatto disse al cane : ˂˂ Devo andare via perché ho un impegno “importante” e

se ne andò. ˃˃

Il cane, rimasto solo, decise di farsi una passeggiata.

Mentre camminava, vide da lontano il gatto giocare con una volpe.

Senza farsi vedere, se ne tornò a casa deluso.

Qualche giorno dopo, il gatto andò a chiamare il cane, che senza pensarci due volte, gli disse :

“ Non posso proprio uscire, mi dispiace, ho un impegno molto importante”.

A quel punto il gatto, intristito, se ne tornò a casa.

Mentre camminava, però , vide il cane giocare con un uccellino.

Capì, così, di essersi comportato male con il cane.

Chi la fa l’aspetti!

Camilla Meola I E

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