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Inchiostro simpatico - Giornalino on-line

​Il giornalino “Inchiostro simpatico” nasce con l’intento di far conoscere le iniziative promosse all’interno del nostro Istituto e di raccogliere le migliori espressioni creative dei nostri alunni.
Tutti gli alunni possono proporre articoli, interviste o loro produzioni da pubblicare e naturalmente i docenti sono invitati a segnalarci iniziative o testi.
Da quest’anno, in una rinnovata veste grafica, ha un aspetto più simile ai giornali tradizionali, ma … non fatevi trarre in inganno! I redattori stanno infatti preparandosi ad utilizzare le nuove tecnologie e, spulciando qua e là nel nostro giornalino, troverete, oltre agli articoli tradizionali, anche qualche podcasting!
Per chi, invece, vuole rileggere un articolo o curiosare tra le edizioni degli anni passati, in "Cerca - Archivio anno" può selezionare l'anno interessato.
Responsabile del Progetto Giornalino: prof.ssa Accordino Catia
Redattori: gli alunni e gli insegnanti dell'intero Istituto

Anno scolastico 2016-2017

Nelle steppe dell’Africa c’era un leone molto prepotente che voleva essere il re del continente.

Sottometteva al proprio potere tutti gli animali.

Un giorno le formiche, che erano molto assetate dal gran caldo, andarono al fiume per bere.

Lì  videro il leone. Non fecero in tempo ad avvicinarsi che lui le mandò  via.

Il leone sottopose a dei lavori forzati gli animali, dai più grandi ai più piccoli, per costruire un tempio dedicato a lui, perché tutti potessero ricordarlo.

Dopo una settimana i poveri animali erano davvero stancati di lavorare per lui.

Decisero allora di organizzare un piano per cacciarlo.

Il leone aveva un  punto debole: aveva paura del fuoco.  

In passato infatti, degli uomini avevano cercato di dare fuoco alla sua coda, per allontanarlo dal loro villaggio.

Così lui, se vedeva il fuoco, correva via a gambe levate.

Allora, con l’aiuto di un elefante,  crearono qualcosa di simile ad un uomo, con in mano una torcia di fuoco accesa, poi si avvicinarono alla rupe del leone, che stava dormendo.

Quando il re della foresta sentì odore di fumo, aprì gli occhi e scappò via velocissimo per la paura di potersi di nuovo bruciare la coda con il fuoco.

Così gli animali dell’Africa poterono tornare a vivere con gioia la loro vita.

L’unione fa la forza.

 

Castiglioni Emma

Un leone molto prepotente girava nel bosco prendendo in giro gli altri animali.

Un giorno prese in giro l'anatra Quak, dicendole che era brutta, poi il topo Tip, dicendogli che era piccolissimo e debole, per ultimo il porcellino Pig, dicendogli che era grasso e che se lo sarebbe mangiato in un boccone.

Arrivò il giorno in cui prese in giro il riccio Ricci, facendolo rotolare. All' improvviso però Ricci aprì gli aculei, il Leone si fece male e gli tirò una zampata, lasciandolo a terra senza sensi.

Gli animali presero Ricci e lo portarono in una delle loro tane.

Quando Ricci si svegliò,  lui e gli altri animali idearono un piano per vendicarsi del Leone prepotente.

Appena videro il Leone, gli saltarono addosso e gli diedero una lezione.

Il Leone, esausto, cadde per terra e disse agli altri animali: "Avete vinto".

Sentendo questo, Ricci si avvicinò e disse al Leone: "Non importa la potenza o la grandezza di uno solo, è l'unione che fa la forza”.

 

BOSCHERINI FRANCESCO

Un bel giorno d'inverno un leone disse alle formiche: “Io sono più forte e possente di voi, voi siete piccole e deboli”.
E le formiche gli risposero: “Ma tu sei vecchio e arrugginito”.
Allora il leone prepotente propose una sfida alle formiche, perché lo avevano fatto arrabbiare.
Il giorno seguente i rivali andarono in un'arena e cominciarono a lottare.
Dopo pugni, calci e sgambetti, le formiche vinsero.
Alla fine della lotta, le formiche dissero al leone: “L'unione fa la forza!”

 

Banfi Gioele, I E

Un pavone era in casa e stava iniziando a studiare per la verifica di storia.
In quel momento arrivò il  suo amico scoiattolo e gli disse: "Ciao pavone, oggi è una bella giornata, vuoi venire fuori a giocare a calcio con me?".
Il pavone rispose: "Non posso, devo studiare per la verifica di domani".
Lo scoiattolo disse: "Io ho appena finito di studiare, ma tu non ne hai bisogno, perchè sei il più intelligente della classe".
Il pavone vanitoso sentendo quelle parole si fece convincere dallo scoiattolo e uscì a giocare.
Il giorno seguente fecero entrambi la verifica: lo scoiattolo, che aveva studiato, prese un bel voto, mentre il pavone, convinto dallo scoiattolo a non studiare, prese un brutto voto.
Non bisogna farsi ingannare dai falsi complimenti, altrimenti se ne pagano le conseguenze.

                    

Baccari Anna, classe 1° E.

I bulli sono i ragazzi che prendono in giro gli altri. Negli ultimi anni il bullismo si e' diffuso tra i ragazzi, ad esempio nelle scuole e per la citta'. Certi ragazzi si comportano da bulli per sfogare la propria rabbia o perche' sono stati vittima di bullismo. Ci sono vari modi per affrontare il bullo, come parlare con i genitori ,con le maestre, perfino avvisare la preside, perche' gli adulti possono risolvere l'accaduto in questione . Con la professoressa Beatrice e tutta la classe, abbiamo realizzato dei cartelloni con dei fumetti, semplici disegni, e degli schemi, per spiegare cosa sia il bullismo. Con i cartelloni abbiamo cercato di far vedere ai ragazzi come reagire davanti a un bullo. Questo e' tutto il lavoro che abbiamo svolto io, tutta la mia classe e la professoressa Beatrice.

                                                            

                                                                                    Iodice Leonardo

I bulli sono ragazzi che usano la violenza per umiliare le vittime, talvolta persone più piccole o più deboli.

In questo modo il bullo si sente forte e rispettato, ma sta compiendo un atto di crudeltà.

Negli ultimi anni il bullismo dei ragazzi si è molto diffuso, il che è una cosa grave e va assolutamente fermata, visto che sia il bullo sia la vittima possono soffrirne da adulti ed avere un carattere chiuso, insicuro oppure violento.

Certi ragazzi si comportano da bulli perché hanno problemi con la famiglia o fuori da scuola.

Anche la vittima può diventare un bullo su internet, in quel caso si chiamerebbe cyberbullo.

La prima cosa che una vittima tormentata da un bullo deve fare è parlare con un adulto.

Se è una vittima di cyberbullismo può eliminare l’applicazione su cui è deriso oppure cambiare nickname.

La scuola può controllare gli alunni nel caso succeda una violenza a scuola e fare un lavoro di gruppo sull’argomento.

I genitori della vittima possono chiamare i genitori del bullo e risolvere la questione.

Nella mia classe abbiamo fatto dei lavori contro il bullismo e il cyberbullismo: storie sul cyberbullismo, cartelloni, disegni.

Io ho scritto il confronto tra bullismo e cyberbullismo.

Secondo me il bullismo si può fermare se i bulli trovano altro con cui sfogarsi (sport, musica, amicizie).

La classe 1°E vuole comunicare che il bullismo è da prendere sul serio e da fermare.

 

                                                                                                                     Pereira Romano Francesco

                                                     

C'era una volta, in una terra lontana, un leone prepotente e possente, che

prendeva in giro gli animali più giovani e deboli, umiliandoli in

continuazione.

Allora, dato che questi non riuscivano a difendersi da soli, chiesero aiuto

agli anziani, che organizzarono subito un “consiglio della rupe”.

Tutti gli animali della savana si radunarono alla “rupe delle riunioni”

per trovare una soluzione...

Dapprimaci fu molto baccano, ma quando giunse Raksha, il capo del consiglio,

tutti tacquero!

Parlarono a lungo della faccenda, fino a che si arrivò ad una soluzione di

comune accordo.

La mattina dopo, un messaggero andò a chiamare il leone.

Esso, in fretta e furia, si avviò verso al rupe, dove lo attendevano tutti

gli animali della savana.

Raksha prese la parola e gli comunicò la decisione: <<Siamo stanchi del

tuo comportamento, perciò ti esilieremo, se non farai per ciascun

animale una buona azione e non smetterai di essere prepotente>>.

Allora il leone, dato che amava la sua terra, accettò e capì che era bello

aiutare gli altri...

 

Tutti insieme avevano risolto il problema:

L'UNIONE FA LA FORZA!

                                                                                    

Rubinato Cloe

I bulli sono persone che potrebbero essere state anche loro vittime di bullismo e sfogano la loro rabbia su altre persone più deboli. Si dice che negli ultimi anni il bullismo dei ragazzi si sia diffuso per la maggiore parte perché i ragazzi bulli non hanno ricevuto una buona educazione dai genitori. Per difendersi dal bullismo esistono delle strategie: la vittima deve parlare con i genitori o gli insegnanti. La scuola, con i genitori, può organizzare progetti per insegnare ai ragazzi come difendersi dal bullismo e cosa fare. La classe 1^E, con l'aiuto della professoressa Beatrice e dell'associazione Aihmsa, ha imparato come dovrebbe comportarsi una vittima (parlare con genitori o insegnanti...). Con la professoressa Beatrice la classe ha creato cartelloni sul bullismo. La classe vuole comunicare con i cartelloni che difendersi dal bullismo è possibile, indicando come comportarsi e come evitare di essere una vittima. Per me è stata una buona idea, una bella esperienza, perché anche alcuni adulti possono avere problemi di questo tipo. Mi è piaciuto molto affrontare queste problematiche anche perché, se qualcuno dovesse avere problemi simili, saprebbe come difendersi. 

Romito Chiara

Un giorno una volpe entrò in una fattoria per rubare delle uova.

Vide un cavallo chiuso nella scuderia che gli disse:"Aprimi! Voglio fare una corsa".

La volpe, ridendo, rispose:"Esci da solo, sei tanto agile!" Dopo poco la volpe rimase intrappolata in una trappola messa da un contadino.

Vedendo il cavallo che le passò vicinno gli chiese:"Mi liberi con i tuoi grossi denti?"

Il cavallo rispose:"Sei tanto furba, liberati da sola!"

Chi la fa l'aspetti.

 

                                 

                                                                                                          Emanuele Ricci

Un leone voleva dimostrare agli animali della foresta di essere il più potente di tutti.

Nessuno però aveva il coraggio di affrontarlo e così una formica ed un’ape si fecero avanti per sconfiggerlo.

“Ha, ha, ha!”, risero gli animali insieme al leone, che disse: “Come pensate di sconfiggermi? Io sono molto più forte di voi!”.

Ma l’ape e la formica non diedero retta alle parole del leone.

Il giorno dopo, l’ape e la formica si trovarono nel centro della foresta per affrontare il leone pronto al combattimento.

Ad un certo punto si sentì un forte urlo, segno dell’inizio della gara.

Dopo alcuni minuti il leone si trovò in vantaggio rispetto agli altri due concorrenti, ma alla formica venne un’idea, così la bisbigliò all’ape, che passò all’attacco.

Lei stessa volò velocemente sul braccio del leone, pungendolo.

Mentre questo era stordito dal dolore, la formica salì sul suo collo e lo morse.

Il leone era ormai troppo stanco per continuare a gareggiare, per questo scappò via umiliato e deluso.

L’ape e la formica vennero acclamate dagli animali per avere sconfitto il leone, diventando le eroine della foresta.

La morale è “L’unione fa la forza”.

 

 

                                                                                                                                  Alice Pinciroli

Un leone, soprannominato “Il più grande”, aveva deciso di vivere da solo: nel giardino di casa sua non volle più nessuno.

Aveva un carattere orribile.

Un giorno,però,arrivò suo fratello minore,di nascosto,che gli disse se voleva andare con lui a Milano.

“Il più grande” gli rispose che non voleva andare, anzi iniziò a colpirlo con violenza, dato che non voleva nessuno accanto a lui.

Il fratello minore si allontanò tutto pieno di lividi e decise di non andare più a trovare “Il più grande“.

Dopo qualche tempo, però, si sentì da solo e tornò dal “più grande” per parlare con lui e spiegarli che con la cattiveria non si risolve niente.

Allora “Il più grande” capì che se non fosse cambiato,nessuno sarebbe più andato da lui.

Così cercò di stare tranquillo e,siccome non si infuriava più, i suoi amici tornarono a frequentarlo.

“Il più grande” aveva capito che la cattiveria si può superare.

Petrea Alessia Denise

Un cane e una volpe discutevano su chi di loro dovesse bere l’acqua del fiume.

Si organizzarono e decisero che chi avesse superato il fiume, facendo il salto più lungo, avrebbe potuto farlo.

La volpe, furba, mandò avanti il cane e, mentre lui era girato intento nel salto, spiccò un balzo, seguito subito da un secondo balzo.

La volpe aveva imbrogliato!

Il cane non se n'era nemmeno accorto e lasciò bere la volpe.

Qualche giorno dopo, il cane trovò un pezzo di carne e la volpe, golosa, propose nuovamente una gara.

Questa volta dovevano attraversare il bosco, correndo, e arrivare al traguardo.

Il cane, furbo, prese una scorciatoia e arrivò primo.

La volpe, a testa bassa, dovette rinunciare alla carne.

Chi la fa l’aspetti!

 

 

Aurora Naso
Classe 1E

Una principessa passeggiava nel giardino del suo palazzo assieme alle sue amiche damigelle.

Stava chiacchierando allegramente, quando dal terreno di fronte a lei comparve d’improvviso una creatura. Le damigelle cacciarono un urlo e la principessa fece un passo indietro, guardando l’orribile creatura.

Quella allungò il braccio e sollevò la principessa. Si voltò e prese a correre a grandi falcate. La fanciulla lo guardò: era molto alto, più di due metri, forse tre, e sembrava fosse fatto di roccia. Gli occhi erano piccoli e seri.

La fanciulla si spaventò, ma non più di tanto: quelle creature, gli orchi, erano conosciute per essere portatori di caos.

Dopo non molto tempo la principessa vide con sorpresa che l’orco l’aveva portata oltre il mare, su un’isola. Lì si trovava un’altra montagna. L’orco ne raggiunse la cima in due balzi. Depose la principessa su una roccia e andò a sedersi su un masso poco distante.

La principessa trasse un respiro profondo, raddrizzò la schiena, si scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e parlò:

Perché mi hai portata qui? -

L’orco la guardò per secondi interminabili.

- No armonia. Solo caos e distruzione. – rispose.

La principessa sussultò ad una voce così potente e profonda.

Perché mai? – chiese.

L’orco ripeté le stesse parole di prima.

- Capisco….. – provò ad adularlo. – Devi essere molto forte e….potente, sì, per vivere in un posto così freddo, dico. –

- Io essere orco. Io essere invincibile! – La principessa deglutì.

Se voleva scappare, doveva farlo nel modo più astuto che conosceva. Si guardò intorno. C’erano diversi alberi come pini e betulle, ma anche piccoli arbusti. I pochi animali che c’erano, erano rapaci e volteggiavano intorno alla cima della montagna.

L’orco si alzò e sparì tra gli alberi. Pochi attimi dopo era di nuovo lì, tra le braccia aveva della legna. La depose accanto alla principessa e tornò a sedersi, fissando la fanciulla. La giovane, dal canto suo, si mise a guardare il terreno sotto di lei, intimidita.

- Tu ora prepara fuoco e cibo – disse l’orco.

La principessa rimase sorpresa. A palazzo, era la servitù che preparava da mangiare. Lei non aveva mai toccato né legna né fuoco.

- Lavora – ordinò l’orco.

- Mi rifiuto. Non ho mai cucinato e non lo farò ora. –

Forse per lo sguardo poco rassicurante dell’orco, forse perché in fondo aveva un piano, la principessa si ritrovò ad accendere il fuoco e a cucinare per lui.

Alcuni giorni passarono, sempre uguali: la mattina la principessa si svegliava presto e andava nel boschetto di betulle a raccogliere la legna. Accendeva il fuoco e cucinava. Lo stesso accadeva per il pranzo e per la cena.

Una mattina la principessa si svegliò, assonnata: aveva passato la notte ad organizzare un piano di fuga. Si alzò dal masso che l’orco le aveva proposto come letto e, nella fresca mattina, si addentrò nel bosco. Prese la legna, come i tre giorni precedenti, ma raccolse anche un’erba magica, speciale, di cui le avevano parlato a palazzo, in una delle sue materie di studio.

Tornò al suo masso, carica di speranza. Sentiva che presto sarebbe stata liberata. Pensò a suo padre e vide l’immagine di lui che si tormentava le mani e pensava alla sua adorata e perduta figlia.

“Basta pensare, devo agire” si disse. Così prese la legna e poco dopo accese un fuocherello. Prese la rudimentale pentola che le aveva dato l’orco e cucinò qualcosa con delle erbe. Prima di andare a svegliare il suo ormai padrone, aggiunse all’abbondante colazione un pizzico di erba magica, che avrebbe fatto cadere in un sonno profondo l’orco.

La fanciulla sentì un ruggito provenire dalla caverna e si affrettò a prendere la pentola e consegnarla al suo padrone. L’orco la prese e annusò deliziato il profumo.

- Tu avere messo un po’ di buono, dentro. Tu avere aggiunto qualcosa. –

- Sì! Ho….aggiunto….una foglia! Sì, una foglia che emana un profumino delizioso. Prego, serviti pure. – L’orco non se lo fece ripetere due volte.

La principessa camminò piano verso l’uscita, ma l’orco la fermò, afferrandola e facendola sedere accanto a lui.

“ Oh no….” Pensò la principessa impaurita.

In pochi istanti l’orco cadde addormentato, poggiando la testa sulle ginocchia della principessa. La fanciulla non si lasciò prendere dal panico: presto qualcuno sarebbe andato a liberarla, ne era più che sicura.

Non passò molto tempo, infatti, che due giovani principi si presentarono davanti a lei.

Il primo, dotato di tocco leggero, sollevò la testa dell'orco, senza svegliarlo, prese la principessa e scappò.

Il secondo, abile scalatore, portò entrambi giù dalla montagna e assieme agli altri quattro principi, suoi fratelli, ricondusse a casa la ragazza.

 

Aurora Naso IE

Un lupo aveva invitato una volpe nella sua tana.

Il lupo aveva acceso il fuoco perchè faceva freddo.

La volpe era una cara amica del lupo, ma, nonostante questo, per dispetto, con un soffio spense il fuoco.

Il lupo si arrabbiò molto con la volpe perchè ci aveva messo tanto ad accendere il fuoco.

Qualche giorno dopo il lupo si recò nella tana della volpe.

Faceva molto freddo e la volpe accese con fatica e dopo tanto tempo il fuoco.

Il lupo, per vendicarsi, soffiò più forte che potè verso il fuoco e quando la volpe si accorse che era spento capì subito che era stato il lupo per vendetta.

Chi la fa l'aspetti.

 

 

Cristofoletti Nadia

 

Un giorno, un   leone vide

 una iena che vagava per la savana

 con un pezzo di carne in bocca.

Il leone, vedendola sola, la attaccò.

 Il combattimento fu duro per la iena.

Quando quest'ultima cadde a terra, sfinita,

 chiamò i suoi compagni.

Insieme, combattendo, ripresero la carne e fecero fuggire il leone.

                                                     L'unione fa la forza.                                                     

 

 

 

 

 

Carbonella Diego

 

 

 

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